mercoledì 22 aprile 2009

Bestiario ludico: Il Casinaro

E rieccoci qui dopo la (lunga) pausa per le vacanze pasquali, costellata di belle gite, belle foto e belle serate passate a montare miniature per Guerra dell'Anello (sperimentato lo scorso Sabato con notevole soddisfazione!).
Per farmi perdonare dell'attesa, inauguro una nuova rubrica del blog: il Bestiario Ludico.
Trattasi di un grande classico, una rassegna degli archetipi dei giocatori che possiamo incontrare ogni volta che ci sediamo a un tavolo e prendiamo in mano un paio di dadi. Spesso questi "ludotipi" si combinano nello stesso giocatore e spero anche che i miei compagni di partite non me ne vogliano se in alcuni casi vi si potranno riconoscere, anche perchè in buona parte io stesso mi rivedo in molte di queste tipologie!
Cominciamo (stacchetto musicale all'Alberto Angela, prego...) con un ludotipo altamente detestato e francamente pericoloso per la buona riuscita di una serata di gioco: il Casinaro. Parente stretto del Guastafeste che opera un po' in tutti i settori della vita sociale, il Casinaro si insinua in un gruppo di giocatori fingendo interesse per un regolamento ancora non provato ma con il reale scopo di creare unicamente confusione, sghignazzando e facendo battutine gratuite spesso ai danni del povero capro espiatorio che sta illustrando le "semplici" regole (sovente quando arriva a pagina 24, secondo paragrafo, lettera b) del capitolo introduttivo).
Si distingue sottilmente dal Casinista perché laddove questi crea confusione sostanzialmente in buona fede, egli ha invece come unico scopo quello di ridere alle spalle degli altri. Il suo fine insomma non è giocare, ma rompere le scatole a chi tenta di giocare.
Spesso si tratta di persone estranee al mondo del gioco che - non capendone le meccaniche - preferiscono denigrarlo (anche un po' per colpa dei giocatori, però: non cercate mai di spiegare un mega-gioco come Twilight Imperium a chi non è mai andato al di là del sudoku, a meno che non lo vediate davvero determinato o davvero masochista!), ma spesso anche chi è ben addentro ai "sacri misteri" ludici non è immune da questo male.
Il suo elemento negativo è quello di non riconoscersi nelle regole dell'attività ludica, o meglio di non considerarle minimamente degne di attenzione. La sua azione di demolizione continua di quelle stesse regole impedisce il formarsi dell'atmosfera ludica, quel distacco dalla realtà contingente che invece Ë essenziale per la riuscita del gioco. E' un po' come il sacrilego che infrange il recinto e interrompe la cerimonia, e anche se non Ë certo il caso di ricorrere ai rimedi degli antichi per tali azioni deplorevoli (anche se a qualcuno un giretto di ruota glielo avrei fatto fare volentieri...) finisce con l'attirare su di sé l'odio di tutti coloro che invece vogliono semplicemente giocare. E perchè lo fa? Per divertirsi, é ovvio. Ma - peculiarità fondamentale - per divertirsi solo lui e non con gli altri.
Perché esistano queste persone è un mistero, come è un mistero quale sia la soddisfazione che trovano dalle loro azioni di disturbo. Ciò che è evidente è che essi rappresentano la "morte" del gioco anche più di coloro che si limitano a denigrarlo dall'esterno, rifiutando di accostarsi ad esso.

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