giovedì 7 luglio 2011

Il grigio, il blu e il dado...

Ci sono giochi che non ti tradiscono mai. Quei titoli, collaudati e affidabili, che sai di poter tirare fuori all'ultimo momento per passare una bella serata di gioco in compagnia. L'equivalente ludico degli immortali spaghetti aglio, olio e peperoncino. Battle Cry è uno di questi giochi.
Purtroppo, ho colpevolmente lasciato passare fin troppo tempo dalla mia ultima partita, ma il caro vecchio wargame leggero firmato Richard Borg non ci ha tradito, garantendoci un paio d'ore di ottimo divertimento.
Visto che eravamo in tre (il numerus horribilis per qualsiasi wargame), mi sono ritrovato a fare il consulente militare a parti alterne per i due contendenti. E' un ruolo che non mi dispiace, sia perché posso aiutare un neofita ad avvicinarsi ad un regolamento per lui sconosciuto, sia perché rimanendo un po' distaccato dalla competizione posso apprezzare meglio il funzionamento delle meccaniche del gioco.
Gli scenari della serata erano la Prima Battaglia di Bull Run (1861) e la terribile Battaglia di Shiloh (1862). Nel primo caso prestavo servizio nelle armate della neonata Confederazione, nel secondo indossavo la giacca blu dell'Unione.


Gli schieramenti alla Prima Battaglia di Bull Run (1861), quando tutti credevano che la guerra sarebbe durata solo pochi mesi...


Diciamo subito che nel primo scontro ho avuto ben poco da consigliare. All'inizio dello scontro, i Nordisti - comandati da ZioTrank che ha dimostrato una buona padronanza del sistema, pur trattandosi della sua prima esperienza - hanno messo in atto una corretta  avanzata verso le colline difese dalle truppe del Generale Jackson, coprendosi bene sui fianchi. Tuttavia, l'esperto Rothmoni ha risposto lanciando la cavalleria del generale Beauregard in un'audace carica di alleggerimento a sinistra. La manovra ha colto del tutto di sorpresa le truppe nordiste (complice anche una generosa ondata di fortuna degli avversari!): nonostante gli eroici tentativi dei reggimenti di fanteria che hanno addirittura rafforzato le loro posizioni con barriere improvvisate, i cavalleggeri confederati hanno sfondato lo schieramento nemico prima che questi riuscisse a formare una linea difensiva coesa. 6 a 1, vittoria schiacciante per il Sud.


Non c'è nessun problema che una buona carica di cavalleria sul fianco non possa risolvere...


A Shiloh, invece, le cose sono andate in maniera ben diversa. Dal mio punto di vista, il comando nordista, ho assistito con trepidazione alla manovra avvolgente dell'artiglieria sudista, che ha tentato di schierarsi alla nostra destra coperta da una serie di attacchi diversivi lanciati nella zona boscosa al centro della linea. E qui si è fatto sentire uno dei principali dilemmi di Battle Cry: è meglio pianificare con calma un attacco alla linea nemica, perdendo tempo e ordini per eseguire un pesante bombardamento preliminare con l'artiglieria, oppure bisogna assumere un atteggiamento più aggressivo in modo da mantenere l'iniziativa e costringere l'avversario a reagire freneticamente alle nostre mosse?
Rothmoni - va detto, temendo di non avere subito a disposizione carte sufficienti per sostenere il posizionamento delle sue batterie di artiglieria - ha optato per la seconda alternativa. I suoi Confederati, dunque, hanno lanciato diversi attacchi sulle nostre posizioni al centro, arrivando anche ad eliminare con una gloriosa carica all'ultimo uomo buona parte delle nostre artiglierie, ma l'avanzata delle tre batterie di cannoni sul pianoro a destra ne ha risentito. Ne è scaturita una tremenda azione d'attrito, con i cannoni sudisti che avanzavano metro per metro, contrastati a rotazione dalle nostre riserve di fanteria e dall'unica batteria superstite, pur se con perdite ingenti.
La battaglia ci ha visto infine trionfatori, dopo che siamo riusciti ad arrestare l'ultimo, potente assalto centrale. Tuttavia, il risultato di 6 a 4 non deve ingannare: è stata una battaglia tesissima e se non fossimo riusciti a contenere l'ultimo attacco dubito che la nostra linea avrebbe retto ancora a lungo.


Battaglia di Shiloh (1862). Vedete quel singolo soldato confederato, nella foresta al centro? Il suo reggimento ha travolto due batterie di artiglieria e respinto un'altra unità di fanteria nordista. Anche se verrà eliminato poco dopo, onore agli avversari!


Concludendo, amo Battle Cry. Sembrerà paradossale, ma proprio la sua semplicità e immediatezza me lo rendono particolarmente godibile, anche più delle complessità di un Ancients o di un Napoleonics o - sull'altro versante - delle "forzature" ludiche di un Memoir '44. E' veloce, divertente, dinamico, in-your-face. Più ci gioco e più mi sembra che gli aggiustamenti apportati con la nuova edizione abbiano nettamente migliorato un titolo che nella sua prima versione francamente non mi aveva affatto entusiasmato.
Alla prossima partita!

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